I parchi gioco che frequentano i tuoi bambini sono luoghi sicuri? Se nel blogpost precedente ho portato l’esterno tra le mura di casa, mostrando diverse possibilità per godere i benefici della natura in uno spazio domestico (qui il link), oggi intendo ribaltare il punto di vista.
Lo faccio considerando nell’ambiente esterno a misura di bambino un aspetto che tra le mura di un’abitazione è ben controllabile e di grande importanza: la sua sicurezza.
Come è possibile intervenire affinché uno spazio naturale e all’aperto possa essere vissuto dai bambini in tutta sicurezza?
Vivere, esplorare e giocare all’aperto e in natura è possibile solo se si scende a compromessi con la sicurezza?
Dobbiamo veramente intervenire pesantemente sullo spazio naturale, sia che si tratti di un parco giochi città che un asilo nel bosco? Dobbiamo smussare tutti gli elementi che sono pericolosi nel nostro percepito? I parchi gioco sono luoghi sicuri?
L’obiettivo è veramente quello di costruire un ambiente a rischio zero? Uno spazio in cui i bambini non possano mai cadere e imparare dalle proprie cadute? Un ambiente in cui gli incidenti ammissibili non possano mai andare al di là di piccoli graffi risolvibili con un cerotto?
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Aree gioco o spazio naturale per giocare in libertà?
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Come ho già scritto in altre occasioni, i bambini imparano attraverso il gioco. Per questo motivo gli spazi all’aperto in cui incontrarsi e giocare con coetanei sono indispensabili.
Grazie al movimento, alle relazioni, alle esperienze sensoriali fornite dall’ambiente all’aperto, i bambini possono crescere in armonia in tutte le componenti dello sviluppo: fisiche, psichiche ed emozionali.
Arrampicarsi, correre, camminare in equilibrio su un tronco o un muretto sono esercizi che stimolano lo sviluppo fisico. Inventando giochi, raccontando storie, rapportarsi con i coetanei sono abilità che si acquisiscono giocando. Sono competenze sociali molto importanti nella parte successiva della vita da adulto. L’osservazione e la conoscenza della natura, anche nel parchetto dietro casa in città aiuta a sviluppare l’interesse per l’ambiente e a prendersene cura.
La prima area giochi pubblica attrezzata in Italia fu realizzata a Milano al Palazzo dellaTriennale, in occasione della IV Triennale nel 1936.
Da allora le aree a disposizione del gioco libero dei bambini in città sono andate a ridursi sempre più e si è voluto costruire delle aree apposite. Spazi con requisiti sempre più normati e precisi, con regolamenti e responsabilità molto stringenti e ripartite.
Sono spariti i parchi, i boschetti e le aree non costruite in cui i bambini si arrampicavano sugli alberi e giocavano senza limiti. Per contro, sono sorte aree sempre più normate, in cui tutte le attività ludiche dei bambini sono regolamentate e affidate ad attrezzature da utilizzare esclusivamente nei modi indicati. I parchi gioco sono diventati luoghi sicuri, in cui fare le prime esperienze di vita in comunità.
Il valore della sicurezza è, insomma, accresciuto ed ha assunto una posizione così prevalente da venire considerata ancora più importante dell’opportunità di crescita data dal gioco.
Questo spostamento di valori ha fatto sì che i quartieri delle città possano offrire ai bambini opportunità di sviluppo e crescita anche quando non sono più disponibili gli spazi naturali. Insomma, uno spazio ricreativo ben progettato e frequentato da bambini in maniera regolare innalza la qualità della vita di tutta la comunità. Rende la vita in città più vivibile e sopportabile.
Tuttavia, l’attenzione all’eliminazione del pericolo negli ambienti progettati per i bambini ha portato anche alla tendenza degli adulti di cancellare completamente il rischio che i bambini si facciano male, sovrapponendo il significato dei due termini.
Ma rischio e pericolo, in realtà, sono due concetti del tutto distinti!
Mentre il pericolo è oggettivo, viene dall’esterno e può essere definito in un unico modo, il rischio è più incerto e prevedibile. Dipende dal grado di esperienza e competenza, dal carattere, dalla voglia di mettersi in gioco, dal desiderio di libertà ed avventura.
Il rischio consente al bambino di trovarsi in situazioni che lo mettono alla prova sia fisicamente che emotivamente e per le quali trovare un modo personale di affrontarle e superarle e di conseguenza crescere.
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Responsabilità e requisiti affinché i parchi gioco siano luoghi sicuri
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Essendo oggettivo e definibile, la riduzione del pericolo alla soglia più bassa possibile è un’operazione relativamente semplice. È sufficiente ricorrere a normative e certificazioni che riguardano la progettazione degli spazi, le attrezzature, la manutenzione…
Proprio in questo senso, il Ministero delle Attività Produttive con la collaborazione tecnica di Istituto Italiano Sicurezza dei Giocattoli e Consorzio Produttori Giochi per Parchi di Federlegno-Arredo ha realizzato nel 2005 una guida, in cui sono descritte sia le responsabilità di produttori, gestori e utenti delle aree attrezzate, che i requisiti tecnici e normativi che spazi pubblici dedicati al gioco libero dei bambini fino ai 14 anni devono avere.
In sostanza, le responsabilità di un eventuale infortunio durante l gioco in un’area pubblica vanno imputate a :
- Fabbricante di giochi e strutture, qualora queste non siano certificate secondo la normativa europea EN1176 e EN1177;
- All’Amministrazione pubblica o al gestore dell’area se si tratta di un problema di cattiva o inesistente manutenzione;
- Agli adulti accompagnatori dei bambini utenti nel caso l’incidente sia dovuto ad un uso improprio dell’attrezzatura.
I requisiti tecnici e di progettazione delle aree gioco pubbliche sono invece regolati dalla norma UNI 11123:2004 e consistono in
- Attenzione alla collocazione ambientale;
- Avere un accesso agevole per chiunque, anche ai mezzi di soccorso;
- La scelta delle attrezzature e la loro collocazione all’interno dell’area giochi deve essere fatta da un progettista;
- Tutte le attrezzature ancorate al terreno devono essere conformi alla normativa EN 1176 e accompagnate dalla relativa certificazione di conformità, rilasciata da un laboratorio accreditato;
- Le superfici sopra le quali sono installate le attrezzature devono assorbire in maniera idonea gli impatti delle cadute;
- L’installazione delle attrezzature deve essere eseguita secondo le precise istruzioni del costruttore;
- La manutenzione deve essere accurata e ripetuta periodicamente, in modo da mantenere le attrezzature funzionanti e sicure nel tempo.
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Educare alla valutazione dei rischi per evitare i pericoli
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Questa suddivisione delle responsabilità tra istituzioni, progettisti, costruttori e adulti accompagnatori ha determinato la tendenza di controllare a vista il bambino nelle sue esplorazioni durante i giochi. Lo blocca nella scoperta nel momento in cui l’adulto prevede la possibilità che possa farsi male. Il seguire attentamente le norme d’uso, di manutenzione e costruzione diventa l’unico metro di valutazione per stabilire se i parchi gioco siano spazi sicuri.
In questo modo l’adulto pensa di proteggere il bambino, ma in realtà sta proteggendo solo sé stesso scaricandosi dalla responsabilità, dall’ansia e dalle proprie paure più profonde.
Ansia e paure, che però si ripercuotono sul più piccolo e non gli permettono di esercitarsi e trovare soluzioni alla sua portata per risolvere la situazione. Senza poter affrontare il rischio per gradi, il bambino perde (o non acquisisce affatto) la capacità di vedere i pericoli, di valutarli e capire quando essere prudente.
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Il rischio zero non esiste!
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Ebbene sì, e ti dirò di più. Non solo il rischio zero non esiste, ma anche l’accettabilità del grado e del tipo di rischio varia al variare del contesto culturale in cui vivi con la tua famiglia.
infatti, in Germania e in nord Europa in generale, ad esempio, dove i luoghi destinati ai bambini sono stratosferici e hanno potenzialità e risorse per noi inimmaginabili, i parchi gioco e le aree naturali a loro dedicati sono molto più pericolosi dei nostri!
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O meglio, lo sono per bambini abituati a giocare in quelli italiani e hanno occasione di frequentarli in vacanza! Pareti di arrampicata complesse, torri con scivoli contorti, altissime e ripide, carrucole con pendenze importanti, sono la gioia di tutti i bambini, ma fanno sbiancare non poche mamme italiane durante le loro prime frequentazioni…
Eppure gli incidenti tra i piccoli tedeschi in questi giardini non sono assolutamente più frequenti di quelli che avvengono nei parchi gioco italiani (che offrono attrezzature molto più “ridotte” e meno rischiose).
Questa differenza di approccio non ha, però, origine dalla normativa più stringente di uno dei due paesi rispetto all’altro. I parchi gioco in nord Europa sono luoghi sicuri, in cui le normative e le certificazioni sono rispettate e controllate. Sono però anche luoghi che consentono ai bambini di mettersi alla prova in situazioni più impegnative e rischiose.
Si tratta piuttosto dalla diversa visione del compito dell’adulto accompagnatore e dal dar fiducia al bambino anche nei primi anni di vita, educandolo al rischio senza trasmettere ansie e paure.
Lo ha scritto benissimo Lucia Vichi nel post “Outdoor Education. Tra apprendimento e rischio” del suo blog Prima infanzia e pedagogia, che trovo assolutamente interessante:
“Si tratta di trasformare la subcultura della sicurezza che è la cultura della paura, del “è vietato” del “non si può”, nella cultura della possibilità del contenere i rischi, dell’accettare che il bambino possa cadere, graffiarsi, sbucciarsi, … destrutturare quindi l’iperprotezione che nasce dalla paura proponendo piccole possibilità sia agli adulti che ai bambini.”
E proprio in questo senso, un ambiente all’aperto ben progettato è fondamentale per una crescita completa. Uno spazio che dà fiducia alle capacità del bambino e gli permette di mettersi in gioco attraverso tutti e cinque i sensi e vivere situazioni interessanti. Imparando a controllare i piccoli e grandi pericoli che la natura implica,
Ma lo è altrettanto l’aver accanto un adulto che lo accompagni a scoprire i limiti fisici, la propria forza e capacità. Conoscere i confini del corpo bello spazio e nel contatto con gli altri imparando la prudenza e la valutazione del rischio.
Se nel rapporto con i tuoi figli la parte attiva per far sì che non corrano pericoli sei tu, io ti posso supportare nel trasformare il tuo giardino in uno spazio adatto a rispondere al loro bisogno di esplorazione e di ricerca. Che consenta loro di mettersi in gioco. Uno spazio aperto che permetta di salire, scendere, arrampicarsi, saltare. Dove possa correre, scalare, sporcarsi… e magari sbucciarsi qualche volta anche le ginocchia. Uno spazio in cui possano imparare il rischio e a valutare i pericoli e ad essere prudenti quando è necessario.
Assieme, possiamo rendere i parchi gioco frequentati dai tuoi figli dei luoghi sicuri e formativi.
Se ti interessa avere un aiuto nella progettazione di un giardino che sia anche uno spazio educativo in cui i tuoi figli possano imparare quando rischiare e quando essere prudenti, contattami. In una chiacchierata senza impegno possiamo conoscerci, capire le tue esigenze e valutare quale dei miei servizi possa eventualmente fare al caso tuo.
Oddio leggendo la descrizione dei parchi giochi all’estero sono sbiancata anche io sono proprio una tipica mamma italiana…
Grazie per l’interessantissimo articolo! Quella delle altalene e dei giochi in generale, mal tenuti, è in effetti molto spesso una mia preoccupazione, ma finora non ho mai prestato molta attenzione ai particolari, cosa che invece inizierò a fare da subito!