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Se mi segui da da qualche tempo su Instagram e Facebook e conosci il mio sito avrai notato che la progettazione partecipata di spazi per e con i bambini è un po’ un mio chiodo fisso.
Ti ho parlato spesso dell’importanza di comprendere le esigenze di chi non ha (ancora) voce in capitolo sugli spazi in cui vivere. Di come, coinvolgendoli, ciò li possa aiutare ad essere componenti attivi della vita familiare, aumentandone l’armonia.
Ma non ti ho ancora raccontato per bene qual è il modello a cui mi riferisco nel proporre il mio servizio di progettazione di spazi per bambini di KIDesignLab.
Perciò, rimedio subito con questo blogpost.
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Il modello di progettazione partecipata a cui mi riferisco
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L’Unicef da diverso tempo ha focalizzato la sua attenzione sul tema della partecipazione attiva dei bambini e delle bambine nella definizione dei luoghi e delle dinamiche di convivenza degli spazi in cui vivono.
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È convinzione dell’Unicef che sia possibile realizzare in maniera più efficace un futuro migliore per i bambini e gli adolescenti di oggi attraverso il loro diretto coinvolgimento. Perché il miglioramento delle condizioni del mondo in cui viviamo può avvenire solo se il destinatario dei nostri sforzi “sale a bordo” con noi e impara a manovrare da subito le “leve” del suo futuro.
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Insomma, per mirare a un futuro sostenibile e in crescita, non potremo limitarci a immaginare un mondo per i bambini, ma dovremo iniziare a costruirlo e metterci le mani assieme a loro!
In questo senso, la progettazione partecipata è lo strumento ideale per raggiungere questo obiettivo.
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Cosa si intende per progettazione partecipata di spazi per bambini?
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In un documento dell’Unicef dedicato a definire una strategia educativa per una scuola ideale, la progettazione partecipata viene analizzata in ogni sua parte e definita in questo modo:
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“La progettazione partecipata è un intervento che si propone di migliorare una situazione sociale attraverso la sua comprensione e si fonda su un coinvolgimento attivo di tutti e di ciascuno. “
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Questo documento è diventato uno dei miei modelli nel periodo in cui mi sono messa ad immaginare KIDesignLab e i servizi di progettazione di interni per e con i bambini, che vado a proporre.
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Criteri di intervento nella progettazione partecipata di spazi per bambini.
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Per poter aiutare i minori a comprendere il proprio contesto sociale e dare il proprio contributo con un coinvolgimento attivo, l’Unicef in questo documento individua alcuni criteri di intervento molto importanti.
Criteri in cui credo moltissimo e che sono diventati punti fissi nel mio modo di intendere l’attività progettuale.
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La personale visione – bambine e bambini, ragazze e ragazzi vanno coinvolti subito – sin dalle prime fasi progettuali – attraverso esempi e riflessioni basate sulle loro esperienze personali quotidiane.
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Nella definizione del contesto da modificare e degli obiettivi da raggiungere assieme ai più giovani, è fondamentale partire sempre da ciò che si conosce. Soltanto partendo dalle loro storie e personale visione del mondo è possibile aiutarli a comprendere lo spazio in cui vivono. Attraverso questa presa di coscienza e consapevolezza possono sentirsi coinvolti a pieno titolo nel miglioramento della propria realtà!
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Tutti inclusi – indipendentemente da età, condizione sociale, grado di istruzione, sesso, carattere, religione, condizione di salute… di ciascun soggetto, ogni proposta ha pari dignità di qualsiasi altra e porta un contributo alla discussione e alla progettazione comune.
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Ciascun partecipante a un processo di progettazione partecipata apporta un suo contributo personale fatto da bisogni, idee e suggerimenti. La progettazione partecipata è a tutti gli effetti un processo creativo. Avviene sotto forma di laboratorio e permette di dare voce alle differenze. Lo fa attraverso la condivisione di informazioni e una comunicazione accessibile a tutti i partecipanti. Come sostiene l’Unicef nel documento di cui ho parlato sopra: “favorisce la partecipazione di chi ha “diverse abilità”.”
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Gioco – Obiettivi e risultato hanno una valenza di assoluta serietà, ma grazie alla progettazione partecipata vengono conseguiti attraverso il gioco e il divertimento.
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Il processo di progettazione partecipata, infatti, va a sollecitare la creatività di ciascun soggetto coinvolto, affinandone la percezione e comprensione delle proprie emozioni.
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La mia mentore Micaela Terzi di The Paper Coach direbbe che la creatività va a braccetto con l’intelligenza emotiva, creando un binomio insuperabile per la risoluzione di problemi e il raggiungimento degli obiettivi che ci prefissiamo per migliorare la nostra vita.
La creatività non è innata e, soprattutto, non è prerogativa di pochi eletti. Va invece messa in pratica tutti i giorni, allenata, come qualsiasi altra competenza… e i bambini la padroneggiano in modo naturale, soprattutto se non sono ancora irrigiditi da filtri e convenzioni sociali costrittive.
La creatività può essere attivata in moltissimi modi differenti, dai giochi cooperativi ai laboratori di narrazione, dalla scrittura al disegno e alla modellazione, dalla auto costruzione alla creazione di video e musica…
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L’importante è darsi la possibilità di vedere il problema da un’altra angolazione e darsi la possibilità di cercare risposte nuove e non comuni.
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Il senso di comunità – L’importanza di individuare correttamente e coinvolgere tutti i soggetti che possono dare un contributo al miglioramento del contesto su cui si concentra un processo di progettazione partecipata.
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il progetto finale che scaturisce da un processo partecipato è il risultato di un percorso e del lavoro di un gruppo di persone, molto differenti tra di loro, ma che hanno individuato un obiettivo comune. Ma innesca anche un cambiamento nei soggetti attori, cambiamento che è esso stesso un risultato del percorso e, in quanto tale, va monitorato e seguito nel tempo.
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Infatti, coinvolgere i bambini nei processi decisionali di trasformazione dell’ambiente aiuta loro ad impegnarsi attivamente e in prima persona nei momenti di vita della propria comunità o famiglia.
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Nel momento in cui i bambini si rendono conto di partecipare con un ruolo da protagonista nelle scelte di progetto, maturano consapevolezza del percorso fatto e delle nuove competenze raggiunte. E per questo si impegnano in prima persona! Per avere cura dello spazio e delle soluzioni raggiunte anche nel corso del tempo, a progetto realizzato.
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Il servizio di progettazione partecipata di spazi per bambini con KIDesignLab
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Spero che questo mio articolo possa aiutarti a capire quali sono i principi che rendono particolare ed efficace un progetto di spazi per bambini realizzato in modalità partecipata.
Quali sono i presupposti e le condizioni che lo rendono differente da un progetto “tradizionale” e quali i vantaggi.
Spero anche di essere riuscita a convincerti che un progetto di questo tipo non deve essere per forza applicato esclusivamente a opere “pubbliche” o di comunità. Come una piazza, un parco giochi o il giardino di una scuola… Ma, anzi, gli stessi principi e criteri possono essere utili tra le mura della tua casa! Puoi lavorare assieme alla tua famiglia nello stesso modo di un comitato di cittadini o di una comunità scolastica. Soltanto in scala più piccola!
Certo, tempo, impegno e coinvolgimento da parte di tutta la tua famiglia al progetto sono più lunghi e corposi rispetto al metodo tradizionale. Ma il tuo grado di partecipazione fa sì che la proposta finale sia sorta da te. Implica che tu abbia scandagliato a fondo i tuoi bisogni e quelli della tua famiglia. Che assieme abbiate partecipato attivamente nella scelta della soluzione.
Di conseguenza, il grado di soddisfazione di tutti i componenti della famiglia è sicuramente maggiore. I risultati positivi sulla vita familiare si mantengono più a lungo.
Se la cosa ti incuriosisce, puoi andare a sbirciare qui il servizio di progettazione partecipata di spazi per bambini, che propongo in tre taglie.
Mi piacerebbe moltissimo avere la tua opinione scrivendomi un commento qui sotto, o mandandomi una mail.
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E nel prossimo articolo ti parlerò di come funziona un processo di progettazione partecipata.
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A presto!
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