Gli spazi che chiamiamo casa e che circondano noi e i nostri cari sono molto di più di quattro mura!

Casa non è solo un luogo fisico, ma un concetto che trasmette sensazioni. Ci riempie di emozioni ed è una parte fondamentale del nostro vissuto sin dai primi minuti in cui abbiamo fatto ingresso alla vita. Forse, anche nei nove mesi precedenti
Casa, infatti è il luogo in cui ci si ritrova con le persone con cui si ha un legame più stretto. Un luogo che offre protezione, amore, ascolto e nel quale si possono abbassare le barriere che innalziamo verso l’esterno. Dove ci possiamo riposare, riacquistare le energie e crescere al sicuro.
E ciò per un bambino dovrebbe essere ancora più vero.
Qual’è la casa di un bambino?
Quando la famiglia cambia forma e un nuovo componente viene accolto, il desiderio di tutti è quello di farlo sentire accolto, protetto e circondato d’amore.
Cambiano i bisogni, si modificano gli equilibri e gli ambienti della casa mano a mano si trasformano.
Un ambiente accogliente corrisponde ai bisogni di chi lo vive, mano a mano che essi si manifestano nelle diverse fasi di crescita.
La prima casa di un bambino, in termini assoluti, è la sua mamma, che assolve a tutti suoi bisogni di nutrizione, protezione, amore, accoglienza.
Nei primi giorni, appena arrivato a casa, il bambino non ha bisogno di spazi strutturati ma di penombra, calore, morbidezza e soprattutto la presenza, il seno e l’abbraccio di chi l’ha accompagnato al mondo.
Un utilissimo spunto di riflessione sul consumo critico dei prodotti necessari per accogliere ed accudire il bambino nei suoi primi mesi lo puoi sicuramente trovare in: “Bebè a costo zero” di Giorgia Cozza, ed. Bimbonaturale
L’intervento sugli ambienti di casa, in questa fase, è minimo e si basa essenzialmente sull’osservazione per la conoscenza delle nuove dinamiche.
I genitori imparano a conoscere il proprio bambino, a prendersene cura e a creare nuove abitudini e nuove routine tra le mura domestiche.
L’osservazione e l’interiorizzazione di nuove abitudini e necessità sono buone basi per la ridefinizione degli spazi in una fase successiva.
Verso l’autonomia di spostamento e la scoperta
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Passati alcuni mesi e ampliato il campo visivo, il bambino inizia a trascorrere sempre meno tempo tra le braccia accoglienti dell’adulto per “trasferirsi” a terra. Dal pavimento parte la scoperta del mondo da parte del bambino, prendendo confidenza con l’ambiente domestico e interiorizzando le sensazioni, gli odori, i sapori e i colori percepiti in questo periodo. Si tratta di sensazioni che rimanderanno in futuro al sentirsi amato e al sicuro, per sempre collegate alla personale rappresentazione di casa.
In questa fase il pavimento riscuote un’importanza prevalente rispetto alle pareti di un ambiente. La presenza di tappeti, cambi di materiali e soglie aiutano i più piccoli a comprendere e interiorizzare meglio lo spazio.
Dell’importanza del pavimento nella progettazione degli spazi per i più piccoli ne parlerò più approfonditamente nella prossima risorsa gratuita, che sarà scaricabile a fine febbraio nel “posto segreto” del sito.
Esperienze sensoriali e ambienti in sicurezza
Una volta acquisita una visione tridimensionale e tiratosi in piedi, il bambino inizia a richiedere sempre più spazio per le sue attività di scoperta.
Il suo interesse si concentra in tutti quegli ambienti in cui si svolgono la vita familiare e le attività degli adulti: il bagno, la cucina, la camera di mamma e papà e – naturalmente – le scale, gli armadi, la cucina, i cassetti, i sanitari…
Con l’autonomia di spostamento, poi, inizia anche la voglia di sperimentare e conoscere tutto ciò che entra nel campo visivo toccandolo, assaggiandolo, odorandolo.
Non importa che si tratti di una carota, una scarpa o il telefonino di papà: ogni oggetto porta con sé delle sensazioni sensoriali: attraverso di loro il bambino sperimenta il caldo, il freddo, il liscio, il ruvido, il soffice, il peloso…

In una fase ancora successiva, scoperta una volontà autonoma e raggiunto un coordinamento occhio/mano ancora più raffinato, le azioni del bambino, al sicuro nel suo ambiente protetto, si fanno più complesse. Apre, chiude, batte, trascina, impila, riempie, svuota, lancia… sia per acquisire conoscenza e confidenza con sé stesso, sia per sperimentare il fatto di essere artefice del cambiamento dell’ambiente che lo circonda.
In questa fase, la casa non deve soltanto svolgere la funzione di territorio da esplorare e palestra per l’acquisizione delle competenze nelle diverse fasi di sviluppo del bambino. È il momento in cui il suo ruolo protettivo, di luogo familiare e sicuro, viene espresso al massimo.
L’ambiente domestico deve insomma consentire al bambino di poter sperimentare liberamente e senza costrizioni le sue competenze, in completa sicurezza.
una casa a misura di tutta la famiglia
Nell’intervenire sugli ambienti è quindi indispensabile fare in modo che la messa in sicurezza si equilibri con gli stimoli e le possibilità di scoperta dello spazio. In questo modo il bambino può imparare ad usare con competenza gli oggetti e compiere azioni semplici e ripetitive , senza incorrere da un lato in gravi incidenti domestici e dall’altro rimanere rinchiuso in una sorta di campana di vetro.
Insomma, una casa a misura di bambino quella descritta molto bene da Annalisa Perrino* qui di seguito:
“In una casa pensata per tutti e per ciascuno, i bambini potranno essere autonomi e al contempo responsabili, mentre i genitori vivranno sereni e si sentiranno sicuri nel lasciar abitare la casa ai loro bambini. Ciascuno spazio sarà privato dei pericoli evitabili […], i limiti saranno pochi, chiari, giustificati, comprensibili, posti per tutelare il benessere del bambino e quello collettivo. […] Tutti potranno essere felici perché tutto sarà a misura di famiglia.”
* Annalisa Perrino, “Qui abita un bambino”, UPPA edizioni, 2018
La tua casa è a misura di bambino? Rispecchia le esigenze di questo particolare momento, oppure ha bisogno di essere ripensata in qualche sua parte?
Se la tua casa non risponde più ai bisogni della tua famiglia, scopri i servizi che ho pensato su misura per te per riprogettarla.
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